22 dicembre 2007

FRANCESCO GRILLI E LA SUA CITTA'










































Per le Edizioni Petruzzi sono usciti in questi giorni due volumetti veramente fuori dall'ordinario, ambedue ad opera di Francesco Grilli. Fuori dall'ordinario perché conoscevamo già Grilli per altri suoi scritti e sapevamo la sua passione per il ricordo costante di una Castello che non c'è più e della sua maestria nel trascrivere il nostro dialetto, ma questa volta mi è sembrato molto più intrigante nel pizzicare le corde del sentimento, dei ricordi più cari e del grande attaccamento alla propria tradizione familiare, intrisa di particolari personaggi, ormai scomparsi, ricordati tutti con gli immancabili soprannomi. Per chi, come me, è cresciuto immerso in quel mondo speciale che era la Mattonata del dopoguerra leggere quelle pagine è stato come un tuffo nel passato e dei ricordi che ora sembrano particolarmente sereni, forse perché appartengono alla nostra fanciullezza. Un altro merito di Grilli è senz'altro la scelta delle copertine , avendo usato opere di due dei pittori fra i più rappresentativi, anche se per visioni diverse, del raccontare la vita della città più intima e più vera: una caratteristica "china" di Benito Albi Bachini e una Piazzola delle Oche, un inconfondibile olio di Alessandro Vinci. Nel " il ciccicocco è finito" l'autore dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, tutta la sua padronanza del "castelèno" più schietto, quello parlato nei vicoli prima della contaminazione televisiva. Su questo tema resterà sempre una pietra miliare quella sua trasposizione del PINOCCHIO di Collodi nel nostro dialetto, edito qualche anno fa (con mie illustrazioni!) e che ancora viene letto nelle scuole cittadine per merito di insegnanti intelligenti, che , per fortuna, hanno capito che il dialetto è un valore che non può essere sopito. " Io sono un tifernate in purezza, anche se non ci ho guadagnato niente. Anzi...." scrive Grilli. Non è vero, Francesco, ci hai guadagnato tanto: la nostra più sincera gratitudine .

16 dicembre 2007

Un premio di qurantacinque anni fa'

Fra tutte le cose ammucchiate negli anni, l'altro giorno mi è ricapitata fra le mani questa vecchia pergamena che attesta che in un giorno di primavera del 1963, il 21 Aprile, per la precisione, mi venne riconosciuto il Primo Premio ( cinquantamila lire di allora!) all'estemporanea di pittura, denominato " 1° Premio Porziuncola", organizzato dalla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli . Avevo 25 anni e non vi sto a raccontare la felicità per quel riconoscimento, anche perchè a tali manifestazioni, quali erano le mostre estemporanee, partecipavano i migliori pittori, spesso a carattere nazionale. Tanto per fare un esempio, da Castello partivamo in una decina, fra i quali Novello Bruscoli, Araf, Perugini, Albi Bachini, Duca Luca, Mario Gabrielli, Bruno Bambini, Carlo Morini, Basso Caruso e altri che ora mi sfuggono. Era comunque sempre una grande festa e serviva a conoscerci anche con i pittori di altre città e a stringere grandi amicizie. Sono passati tanti anni, ma ancora mi ricordo di tanti di loro, che poi ho ritrovato spesso ad esporre, ormai sulla cresta dell'onda e della fama, alla Galleria del Pozzo. La soddisfazione comunque quella volta fu tanta e grande fu la festa organizzatami sul posto dagli amici castellani. Il Duca Luca mi dedicò una filetta di centri al tiro a segno! Il premio, naturalmente, finì prima del rientro a casa, in un ristorante, con ricca mangiata e....bevuta, tutti insieme. Ci volle la giunta, anche a quei tempi!

20 novembre 2007

giò pei vicoli de la Matonèta






Riporto, qui sotto, la poesiola in dialetto castellano, che avevo scritto per il libretto che tutti gli anni viene stampato in occasione della tradizionale Festa della Mattonata.











Cumme 'nna 'olta el Cavajier Mancini,
anch'io, 'nna sera de sta gran calura,
so' arrito a véde dei mi' vechi vicini
giò a la Matonèta, ma.....é stèta dura!
Certo 'nn pensèo d'altoàcci anch'ogi
le comèri a biascichè del rosèrio 'nna corona,
o d'arvedè armenè le beschie, mogi mogi,
i barocièi strachi, ma che cantèono 'nna canzona,
davanti a calche bon bichiér de vino,
drento ma l'osteria de Pronto, tutti 'nnscèmi,
doppo aè spalèto la rena, ma 'l vajino,
tutt'al giorno, però senza problemi.
No, tutto tésto el sapèo che mò 'nn c'è piò,
e, grèzi a Dio, i tempi ènno cambièti,
'nn c'ènn piò manco i còzi che 'nna 'olta nion giò,
ch'han fato i soldi e pu' ènn divolèti
verso i novi quartieri, for de porta.
Adéso, for da le chèse dei vèchi vicinèti,
vedi scappè dòne velète, cu la sporta,
cum branco de fregni daietro, apicichèti
ma i loro sotanòni, che strillon come màti,
o bionde ragazòte, tutte arcutinète,
che, certamente, 'nn vàno a lavè i piàti,
ma che fàn rende bene le loro pasegiète.
Da le finestre, ch'èn tutte spalanchète
pel caldo che s'arduna fra 'sti muri,
se sente chiacchiarè 'nn tutte le parlète,
spangnolo, slèvo, arabo e quèle dei piò scuri.
Anco l'aradio e 'l televisore de 'sta gente
sonono solo mùziche strène e forastiere
che noàltri 'nn ci capìmo proprio ngnènte,
ma che per loro ènn cumme le bandiere.
Ma per capisse l'un l'altro cumme faranno?
me chiedèo mentre gìo longo la merigge,
Forse, fra de loro, 'nn se parleranno!
'Nntanto 'nna dòna araba, che frigge
ampuzzolendo tutto 'l vicinèto,
spalanca la finestra e, cun gran fièto,
parla ma 'nna dominichèna, al primo pièno
e, 'nnduvinète, parla.......'nn castelèno!

Chèi pochi castelèni ch'anco' ci stanno
me dicon che 'n'altra 'olta l'han freghèti:
giò ai capanòni 'nn san chèl che faranno
doppo che l'aèon illusi e lusinghèti
che ngn'aribbero ardèto 'mm po' de sole
doppo tant'anni che gni l'aèon nèghèto,
che ci saribbero stète anco l'aiòle
con, tutt'antorno anco 'nn verde prèto.
'Nnveci, cun gran rincrescimento
l'arimpiranno 'nncora de cimento.

La prima 'olta ch'han costrutto sul Campàcio,
almanco aèon fàto campè cun piò decoro,
'nn tempo che 'l mejio che stèa era 'mm poràcio,
ma le nostre moji aèon dèto 'mm bon lavoro.
Ma mò che tutto tésto s'è svanito
e i capanòni 'nn'han piò 'nna scusante,
almanco per chèl che 'nn giro aèm sentito,
'ojion abarchè 'nn gran palazòn gigante:
è proprio vero che la pora gente
ma stu mondo 'nn conta proprio ngnènte!

Baldino del Biondo



19 ottobre 2007

UN TUFFO NEL PASSATO

In occasione del vernissage della mia mostra personale di pittura, svoltasi ultimamente presso la Sala Espositiva del Palazzo del Podestà e conclusasi in questi giorni, ho avuto il piacere di rivedere, dopo un certo tempo, l'amico di sempre Bruno Mangoni, noto imprenditore anghiarese e, per quello che concerne i nostri rapporti, un eccellente pianista. Oltre alla foto, che qui riproduco, ha voluto omaggiarmi del CD del bellissimo concerto da lui tenuto il 7 Luglio scorso nella Chiesa di Sant'Agostino di Anghiari e che ha avuto tanto successo sia di pubblico che di critica.
Ho ascoltato il CD con tutta calma e sono rimasto veramente colpito dalla bravura, dal virtuosismo raggiunti in quell'occasione dall'eclettico "Brunino". Passando da generi diversi ( pop, etnica, jazz, classica e melodica ) è riuscito a creare delle suggestioni irripetibili passando da " Smoke gets in your eyes (Fumo negli occhi) di Kern con brani di Chopin, che poi ritroviamo in una Polacca contaminata da " Tea for two" e così via. Troviamo, per esempio, "Odio l'estate" di Bruno Martino che, come in un cocktail ben riuscito , sgorga nella " Toccata e fuga in re minore" di J.S.Bach. Ma non sono io chi possa descrivere un tale eccezionale evento, non avendo la preparazione musicale da competente, ma un orecchio per la buona musica sì e vi garantisco che ho provato stupende emozioni. Devo assolutamente ringraziare pubblicamente Bruno Mangoni per il graditissimo pensiero e mi auguro di poter avere l'occasione di sentirlo dal vivo quanto prima e, perchè no?, a Città di Castello, magari in un concerto organizzato dagli Amici del Festival(?).

-Nella foto, scattata al Veglione della Mattonata del 1972, siamo riconoscibili, da sinistra : io, Franco Guerrini ( il Pcorino ), Beppino Volpi, Bruno Mangoni e Sergio Pelosi.

5 ottobre 2007

LA FESTA DELLA MATTONATA

E' in pieno svolgimento la tradizionale FESTA DELLA MATTONATA , della quale riporto il bozzetto della copertina della pubblicazione che, oramai da moltissimi anni, accompagna la manifestazione .
Rappresenta l'oca, portata in barella sotto una "caniccia", durante la sfilata storica che culminerà, domenica prossima, alle ore 16 circa, in Piazza di Sopra, con la nomina del Cavalere e l'esibizione degli Sbandieratori di Gubbio, per rientrare poi nel rione, dove, in Corso Vittorio Emanuele, si svolgerà l'ormai famoso PALIO DELL'OCA.
Altra simpatica manifestazione della festa è LA PAPERA D'ORO , uno spettacolo di giovani ( e meno giovani...) talenti che si esibiranno nelle loro specialità :musicisti, cantanti, attori, imitatori ecc., davanti ad una giuria ed al giudizio spietato del pubblico, che avrà luogo sabato sera , alle ore 21, sempre in Corso Vittorio Emanuele. Per ulteriori informazioni sulla festa e le sue origini e tradizioni vi consiglio di ricercare fra i vecchi post di questo blog e, invitandovi tutti a partecipare , vi auguro un buon divertimento.

8 settembre 2007

AL VESPRO

La foto non rende giustizia al quadro, in quanto in alcuni punti trasluce e spara, ma nell' insieme riesce quasi a trasmettere le sensazioni di pace e tranquillità che era nelle mie intenzioni. Fa parte di tutta una serie di quadri che sto portando a termine, in occasione della mia prossima mostra personale che la Società Rionale Mattonata mi ha invitato ad allestire durante la sua FestaTtradizionale, che, come sempre avrà luogo i primi di Ottobre.

29 agosto 2007

I RICORDI

Dopo un breve e meritato riposo, eccomi di nuovo a proporvi l'ultimo quadretto, realizzato in questi giorni " calienti " di un' estate veramente eccezionale. E' il ritratto, ripescato nei meandri della memoria, ma, a mio parere, riuscito e somigliante, di Giuanìn de Montescosso, un simpatico vecchietto, da me conosciuto nella ormai lontana fanciullezza, durante lo sfollamento, nell' ultima guerra. Era il più anziano dei fratelli Carletti, la famiglia di Seripole presso la quale ero sfollato con i miei fratelli e mia madre, (mio padre era restato in città a curare il negozio di generi alimentari e vi rimase quasi fino alla fine del passaggio del fronte). Con Giuanìno presi presto confidenza per la sua grande affabilità e la pazienza con la quale si intratteneva con me, fanciullo di cinque anni, raccontandomi della sua esperienza nella " sua" grande guerra, mentre io l'ascoltavo rapito. Mi meraviglio della mia memoria. Di quel disgraziato periodo mi ricordo tantissimo, al contrario di avvenimenti recenti. Vorrei tanto avere la facilità di scrittura di tante persone che conosco, per raccontare gli avvenimenti di quel periodo. Ma forse è meglio di no. Sono già tanti gli aspiranti scrittori! Mi accontenterò di trasferire nei quadri i miei ricordi, belli o brutti. Che poi è quello che ho sempre fatto.

27 luglio 2007

CEMENTO & MEDARDO

Quèi de la nòte: così si erano autodefiniti, traducendo nel nostro dialetto il titolo di una celebre trasmissione di Arbore.
Ormai sono passati più di quindici anni da quando questa formidabile coppia, uno dopo l'altro, se ne andata, forse a cantare serenate con gli angeli. Quante serate indimenticabili, passate ad ascoltare le loro esibizjoni: Cemento alla Chitarra e Medardo all'armonica e tutti e due, jn coro, a cantare stornelli, vecchie canzoni, del repertorio classico ed, in particlare, del folklore locale. Fortissime le macchiette in dialetto castellano che riuscivano ad imbastire. Un vero e proprio cabaret nostrano, casareccio, condito da una verve unica e irripetibile. Si erano inventati un modo meraviglioso di vivere il loro pennsionamento. Ma il destino ce li ha portati via, ancora nel pieno della loro voglia immensa di stare con noi, per rallegrarci ancora con la loro contaminante brama di vivere e di restare sempre giovani. Sono certo, comunque, che quanti li hanno conosciuti, amati e apprezzati, non li dimenticherà tanto facilmente.

17 luglio 2007

LA BANDA MUSICALE A NIZZA

La Banda della Filarmonica Giacomo Puccini di Città di Castello in trasferta a Nizza-1980-


Scartabellando fra le vecchie foto, mi è capitata fra le mani quella che qui riproduco. Si tratta della foto ricordo della seconda trasferta a Nizza della nostra banda musicale cittadina. In quegli anni ero componente della commissione della Filarmonica Puccini, erede della Banda Musicale fondata nel lontano 1800. Presidente era il Cav. Giuseppe Guerrucci e, fra gli altri, erano consiglieri anche Marcello Micchi ed il cantante lirico Lorenzo Testi. L'idea di una trasferta a Nizza, per un'incontro con la numerosa comunità di nostri concittadini residenti in Costa Azzurra, era molto tempo che faceva parte dei nostri sogni. Nel 1978 finalmente ci riuscimmo, con un piccolo contributo della Cassa di Risparmio e del Comune e grazie all'interessamento dell'Associazione Umbri nel Mondo e dell' A.R.U.L.E.F. Guida d'eccezione, in quell'occasione, fu l'architetto Anfosso, nizzardo di origini italiane e "garibaldino".
La Banda si esibì nell'apposito palco attrezzato per tali spettacoli in Piazza Albert I°
, applauditissima dai numerosissimi castellani intervenuti. Dopo il ricevimento ufficiale del Comune di Nizza, con il vice-sindaco locale che, fra l'altro, manifestò la gratitudine della Città a quei suoi cittadini di origine tifernate che, da varie generazioni, erano una parte più che attiva della popolazione e che avevano contribuito, anche materialmente, allo sviluppo edilizio del capoluogo della Costa Azzurra, fummo tutti invitati ad una festa spontanea dei nostri concittadini. Ci portarono in collina, in un complesso dove usavano riunirsi una parte di loro. Ci accolsero con un vero banchetto, con ciaccia sul panaro, salsicce, prosciutto, formaggio e...tanto vino!
Quando, nel 1980, tornammo con il completo patrocinio della Cassa di Risparmio, ormai la strada era spianata. Questa volta, dato che la banca aveva promosso una operazione di propaganda, in collaborazione con la locale cassa consorella, fummo tutti ospiti presso il Consolato Italiano di Boulevard Gambetta del Console Dott. Martini. Di fronte a tanto ben di Dio che ci veniva offerto ( Champagne a fiumi!) con i nostri amici "patuà" ricordammo con un po' di nostalgia al nostro primo incontro con la ciaccia e il vin rosè.




8 luglio 2007

LA MIA GALLERIA


Dopo un periodo piuttosto lungo, finalmente torno a sottoporre al vostro giudizio due mie nuove opere. La prima, alla quale ho dato il titolo: "SI FA SERA" , è un dipinto ad olio che misura 72 cm di base X 35 di altezza. Ho voluto qui rappresentare un momento della vita contadina di qualche anno fa, in particolare l'ora che volge verso il tramonto, quando si avvicina la sera e l'ora sel meritato riposo e della riunione della famiglia per il pasto serale. Si vedono gli uomini che rientrano dai campi, da dove riportano con il carro, trainato da due giovani buoi, l'erba medica falciata, mentre le donne già si raccolgono per la cena. In mezzo al quadro c'è il prete, con la bicicletta portata a mano, di ritorno dalla città, con la spesa nello scatolone sul portapacchi, che fa due chiacchiere con l'anziano di casa, impegnato alla realizzazione di un cesto, prima di rientrare nella vicina canonica. Come potete immaginare è uno dei miei soliti viaggi nel tempo che fu, anche se poi non così lontani, visto che li abbiamo ancora nella nostra memoria. Un'altra divagazione nel tempo andato è anche il secondo quadro che vi sottopongo: " LA LAVANDAIA". Anche questo è un olio , di piccole dimensioni ( 24X30 ). Mi è stato suggerito da alcune illustrazioni che ho realizzato per il prossimo libro di Dino Marinelli, in prossima uscita (forse a Natale! )e che trattavano, appunto, del lavoro delle lavandaie. Come sempre saranno molto graditi i vostri giudizi, sia come commento al post o, se preferite, via e.mail al mio indirizzo : baldino38@yahoo.it

21 giugno 2007

IL NUOVO VESCOVO E LA MIA CARRIERA ECCLESIASTICA








Padre Domenico Cancian, nuovo Vescovo di Città di Castello



Quando è giunta notizia in città della nomina del nuovo Vescovo, il sessantenne Padre Domenico Cancian, che subentra al dimissionario, per raggiunti limiti di età, Mons. Pellegrino Tommaso Ronchi, ci sono rimasto un po' male. Infatti ci avevo fatto un pensierino anch 'io, perchè un certo curriculum ecclesiastico non mi mancava, come le foto che seguono dimostrano. Una carriere iniziata fin da piccolo vestendo il saio camaldolese (1942) dopo quello missionario (1941), su su fino al soglio pontificio. Sarà per un'altra volta. Resta comunque la stranezza della mia carriera, particolarmente per la cronologia: infatti sono diventato prima Papa, per i Carnevale 1983 , col Rione Mattonata, poi vescovo, nel 1985, per la mia partecipazione al film "LA RAGAZZA DEI LILLA' ", con l'attore di origine russa, naturalizzato francese Lourent Terzieff .







4 giugno 2007

PANORAMICHE

PANORAMICA BITURGENSE







PANORAMICA TIFERNATE




A molti castelèni non era andata giù che avessi realizzato, per la mia ultima mostra a Sansepolcro, una panoramica "biturgense" e che addirittura vi avessi impostato sia l'invito che la locandina, senza averne mai fatta una "castelèna". Per farmi perdonare ho quindi elaborato anche una panoramica tifernate, creando, come nella precedente, una visuale impossibile nella realtà, mancando infatti un punto di vista così vasto. Spero di essere riuscito nell'intento . Il quadro è un olio su tavola e misura cm.57,50X21.

19 maggio 2007

La Madonna delle Grazie esposta al pubblico

Nell' ambito delle manifestazioni per Piero della Francesca e le Corti Italiane che si stanno svolgendo ad Arezzo, Anghiari e Sanspolcro, anche la nostra città è stata coinvolta . Infatti per l' occasione é stata scoperta ed esposta al pubblico la venerata immagine di Santa Maria delle Grazie, che normalmente viene conservata all'interno di un tabernacolo chiuso da una lamina d' argento ed esposta due sole volte all' anno: il 2 febbraio e il 26 agosto. Il motivo di questo coinvolgimento è dovuto al fatto che la tavola, rappresentante la Madonna con il Bambino, in trono, fra San Florido e San Filippo Benizi, fu dipinta nel 1456 da Giovanni da Piamonte, pittore toscano, del Mugello, ottimo allievo e uno dei più validi collaboratori di Piero, specialmente in San Francesco , ad Arezzo. L'opera, oltre che essere oggetto privilegiato di devozione da parte dei tifernati, soprattutto in virtù degli eventi prodigiosi di cui è stata protagonista nei vari frangenti della storia cittadina, è un ottimo esempio di pittura degli albori del Rinascimento italiano. Da poco restaurata, è stata, per l'occasione munita di un moderno sistema d' allarme. Sono certo che saranno in molti a voler approfittare di questa rara occasione.

16 maggio 2007

LA TORRE DEL VESCO


l'abbattimento della
Torre di Berta










la Torre Civica, detta del Vesco


I castelèni l'hanno sempre chiamata così, anche se il Vescovo non c'entra niente, se non perchè, da oltre due secoli, col Palazzo del Vescovado aveva uno stretto rapporto...siamese. Stiamo parlando della storica e vetusta Torre Civica, al centro, in questi giorni, di forti polemiche.Tutto ha preso inizio con la decisione, presa per salvaguardare la staticità dei due edifici, di dividerli e di ristrutturarli. Ma pare che proprio la contemporaneità dei due cantieri, assegnati, per forza di cose, a due distinti appalti, sia all'origine di alcuni guai. Guai che si sono via via aggravati, fino al riscontro, a lavori quasi ultimati, di una grave pendenza della torre. Dopo il ricorso a potenti iniezioni alle fondamenta da parte di una ditta del nord specializzata in questi interventi, non si sono riscontrati miglioramenti. Anzi, a parere dei soliti ben informati, sembra che la situazione sia peggiorata per il conseguente innalzamento della falda acquifera, sopra la quale la torre si erge.La situazione è piuttosto grave, a quel che sembra. Pare che, finalmente, il Comune sia ricorso ai ripari, anche se con un certo ritardo, costituendo una commissione di esperti di alto livello. Non vorrei che quadri come quello che ho qui riprodotto, da me dipinto qualche anno fa, rimanessero le poche testimonianze di uno dei simboli storici della nostra città. A Sansepolcro ancora piangono la loro Torre di Berta, fatta saltare in aria dai tedeschi in ritirata oltre sessant'anni fa. Ci auguriamo che per ignoranza, pressapochismo ed inettitudine, anche la Torre del Vesco non faccia la stessa fine, in tempo di pace.

15 maggio 2007

La mostra a Sansepolcro fa parte dei ricordi



L'amico Marco Baldicchi ieri mi ha consegnato le foto che aveva scattato in occasione della mia ultima mostra personale, a Sansepolcro ( Baldino al Borgo, appunto.). Vi sono ritratto insieme a Mario Argenti, il mio amico di gioventù e pittore di origine tifernate ,affermato in terra toscana. Fu proprio con lui e con Carlo Morini che, insieme, nel lontano 1954, decidemmo di esporre, per la prima volta, le nostre opere, in una galleria improvvisata in uno dei negozi del settecentesco Palazzo dei Marchesi Pasqui, in Corso Vittorio Emanuele, a Città di Castello. Colgo l'occasione per porgere da questo sito un grazie di cuore sia all'amico Mario ( il Birio, per i vecchi amici "castelèni") che a tutti quei "borghesi", che, nell'occasione della mia mostra, mi sono stati vicini. Un grazie particolare a Michele Foni e Luigi Falasconi e alla redazione del " GHIOZZO".

14 maggio 2007

Quadro restaurato


Mi sono reso conto di essere invecchiato, o, quantomeno, è molto tempo che dipingo. Questa riflessione mi ha quasi sconvolto, quando, giorni fa, Giuliano Guerri, noto e apprezzato restauratore di opere d'arte, mi ha trascinato nel suo laboratorio per mostrarmi un mio quadro degli anni sessanta del secolo scorso, che era in procinto di restaurare. Il quadro raffigurava il martirio di Venanzio Gabriotti e che avevo eseguito proprio in occasione della Mostra Nazionale, Premio Venanzio Gabriotti, sul tema della Resistenza, Mostra che avrebbe dovuto tenersi ogni due anni a Città di Castello. Ci fu invece una sola edizione, anche se di altissimo livello, alla quale avevano partecipato le migliori firme dell'arte contemporanea. Ma torniamo al mio quadro. Era in effetti ridotto maluccio, forse anche perchè la Società Rionale San Giacomo che l'aveva in custodia, avendo avuto vari traslochi, dopo lo sfratto dal Palazzo Vitelli in ristrutturazione, non aveva eccelso in conservazione. Tornato a casa ho dato un'occhiata ad un'altra mia opera, alla quale sono particolarmente affezionato e che risale più o meno a quegli anni ed ho dovuto constatare che anche quella incominciava ad essere illeggibile, dato che col tempo si era ossidata ed i colori si erano molto scuriti. La cosa mi preoccupava, anche perché il quadro, che raffigura tre prelati, allegoria dell'apparato ecclesiastico, aveva a suo tempo vinto il Premio della Provincia di Perugia alla Mostra Nazionale d'Arte Sacra, tenutasi nel capoluogo umbro nel 1963. Ho quindi deciso di passare personalmente al restauro ed il risultato è quello riprodotto in alto. Il dipinto l'ho ringiovanito di 45 anni, ma a me chi ci pensa?

8 maggio 2007

La mia carriera ecclesiastica ...parallela



Come potete vedere ho avuto, nel mio piccolo, una notevole carriera nella gerarchia ecclesiastica. Dopo la nomina vescovile, ricevuta sul set del film "LA RAGAZZA DEI LILLA' " degli anni '80, con Laurent Terzieff, ho raggiunto addirittura l'elevazione al Soglio Pontificio in occasione di una sfilata carnevalesca con il Rione Mattonata, più o meno negli stessi anni. Qualche propensione c'era, non vi pare ?

19 aprile 2007

Un bellissimo ricordo di Livio


Mi è arrivato per posta da parte di Isabella e Laura dalla Ragione. L'ho trovato particolarmente bello e toccante e ho quindi deciso di condividerlo con tutti quelli che hanno stimato e voluto bene a Livio.

27 marzo 2007

LA MIA MOSTRA A SANSEPOLCRO













SABATO 21 ARILE
ALLE ORE 18
PRESSO LA SALA ESPOSIZIONI
DEL PALAZZO PRETORIO
A SANSEPOLCRO

vernissage della mostra di pittura

BALDINO AL BORGO


La mostra resterà aperta fino al
I° MAGGIO ( compreso )

Saranno esposte circa trentacinque opere, ad olio, tempera, acrilico e tecnica mista, che vanno dal 1994 al 2007.


BALDINO NON E' SEMPRE SINONIMO
DI ....... CASTAGNACCIO!!!!

...a buon intenditor.......