1 agosto 2010

UN MONUMENTO ABBANDONATO


Qui sotto riporto l'articolo che ho inviato alle varie redazioni dei quotidiani, radio e tv locali:

IL MONUMENTO A GARIBALDI E IL 150° DELL'UNITA' D'ITALIA

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Il prossimo XI Settembre Città di Castello sarà impegnata a festeggiare il 150° anniversario dell'entrata delle truppe piemontesi del generale Manfredo Fanti
in città e l'unificazione dei tifernati al Regno d'Italia.
Qualche anno dopo tale evento, i nostri concittadini, vollero innalzare un monumento marmoreo a Giuseppe Garibaldi, l'eroe dei due mondi, grati per tutto quello che il "generale" aveva compiuto per l'unificazione della Nazione.
Alla spontanea mozione popolare e operaia che aveva determinato l'innalzamento di tale monumento, piazzato all'ingresso orientale della città, con la sciabola indicante la direzione di Roma, ancora "irredenta", i monarchici tifernati risposero con il monumento a Vittorio Emanuele II, posto al centro della Piazza di Sopra, oggi Matteotti e allora Piazza Vitelli.
In seguito i due monumenti furono spostati. Il Re Vittorio emigrò nel giardino del cassero e Garibaldi si ritrovò in mezzo alle aiole, con la sciabola rivolta verso la direzione del cimitero o, se preferite, verso il mare.
Tutta questa premessa per riportare, per l'ennesima volta, l'attenzione sul vergognoso stato di degrado in cui è stato abbandonato il monumento a Giuseppe Garibaldi. Tanta è la patina di sudiciume e antichi escrementi di piccioni ed uccelli vari, che è difficile stabilire con quale materiale l'opera fu, a suo tempo, realizzata. E' infatti impossibile supporre che, sotto tanta sporcizia , ci sia del candido marmo di Carrara.
Su questo argomento già si è più volte rivolto a chi di dovere anche Dino Marinelli, ma senza nessun riscontro, come, del resto, tutte le vignette apparse su l'altrapagina, che ho invano disegnate.
Intanto sono stati ripuliti e restaurati sia il monumento a Vittorio Emanuele II, sia quello di Elmo Palazzi, in piazza Raffaello Sanzio, con tanto di grande rappresentanza delle " LOGGE" cittadine. Ma a me risulta che anche il Beppino nazionale fosse massone. Forse, agli occhi dei " fratelli ", è meno importante.
Nella vicina Sansepolcro, per esempio, i monumenti a Piero della Francesca e Fra Luca Pacioli, sono stati ripuliti da un gruppo di pensionati volontari, con ottimi risultati. Non credo, quindi, che ripulire il nostro Eroe possa essere tanto problematico.
A chiusura di queste mie due righe vorrei proporre due suggerimenti:
- Nel caso si procedesse alla ripulitura della statua, perchè non restaurare i quattro fasci littori del basamento, chiaro richiamo alla Repubblica Romana e non, come ha creduto qualche imbecille, al ventennio fascista?
- Visto il grande vuoto, venutosi a creare in Piazza di Sopra, dopo l'eliminazione del salvagente, non sarebbe il caso di trasportarci il Beppino nazionale? Prima di tutto riprenderebbe la posizione originale, indicando di nuovo Roma. Inoltre rianimerebbe il grigiore della piazza principale della città (mi ricordo che il Dottor Siviero Sensini aveva pensato ad una fontana! ) e risolverebbe anche il problema di una eventuale, finanze permettendo, realizzazione di Piazza Alberto Burri a Porta Sant'Egidio.

Il mio è un appello accorato di un castelèno che vuol bene alla sua città, nonostante tutto.

Baldino
(Ubaldo Mariucci)

Se qualcuno è daccordo con quanto sopra, batta un colpo.......