Sono rientrato da pochi giorni da una interessantissima gita sulle sponde del Mar Nero, in Romania. Ero andato, quale ospite accompagnatore, al seguito della trasferta in terra rumena di due cori polifonici cittadini, riunitisi per l'occasione: la SCHOLA CANTORUM A.M. ABBATINI ed il COLLEGIUM VOCALE TIFERNUM.
Partiti venerdì 29 Maggio con un volo RYNAIR dall' aereoporto Galileo Galilei di Pisa alla volta di Costanta ( ma credo si pronunci Costanza, in rumeno ), dopo una visita alla bella città, antico porto della Roma Imperiale sul Mar Nero ( e ultimo triste esilio del grande Ovidio, confinato da Ottaviano! ), ricca di reperti romani, di belle chiese, in particolare quelle ortodosse, e moschee, che fanno parte dell'offerta turistica, unitamente alla immensa riserva floro-faunistica del Delta del Danubio, i coristi si sono poi esibiti in tre diverse sedi.
Dopo l'animazione della Messa ed un breve concerto nella vicina Kogalniceanu, nella chiesa dei Salesiani, che qui dirigono un centro giovanile ed un oratorio e fra i quali abbiamo trovato un "padre" italiano, poliglotta e che ha girato vari continenti, siamo stati ospitati " alla grande" ad un improvvisato buffet da un gruppo di imprenditori italiani, che ci hanno fatto trovare anche diverse bottiglie di buon vino veneto ( quello rumeno, nonostante la gran vastità di vigne, è deboluccio e piuttosto...abboccato!)
Ma l'incontro più toccante è stato senz'altro quello di Domenica mattina , 31 Maggio,
alla parrocchia "italiana" di Greci, un paesino molto a nord, perso in mezzo ad una pianura coltivata intensivamente, quasi senza alberi e rarissime abitazioni. Qui infatti vivono circa cinquemila "italiani dimenticati", discendenti di un migliaio di famiglie friulane, emigrate in Romania alla fine dell' Ottocento. Grazie ad un accordo fra il nostro re Umberto I°ed il re di Romania, a queste famiglie erano stati assegnati cinque ettari di terreno fertile a nucleo, purchè sfruttassero le cave di granito, del quale nella zona erano vasti giacimenti, ed insegnassero, loro che ne avevano esperienza in patria, il mestiere ai residenti rumeni. Le cave di granito da tempo ormai sono esaurite, ma gli emigranti friulani sono rimasti incastrati dagli eventi storici e, quindi, "dimenticati". Gli attuali discendenti parlano ancora italiano, anzi friulano e ladino, hanno la loro chiesetta, costruita tanti anni fa dai loro antenati, quando chiesero ed ottennero dall'Arcivescovado Cattolico di Bucarest e dal Vaticano, un prete cattolico, con annessa scuola, dove si insegna anche l'italiano, gestita dall'attuale parroco, rumeno, don Vincenzo, che è stato per circa cinque anni a Città di Castello, come vice parroco alla Madonna delle Grazie e da tempo rientrato in patria e che, naturalmente, è stato uno dei promotori di questa trasferta del complesso vocale. Dopo La Messa Cantata ed un breve concerto, i cantori sono diventati in parte spettatori di una estemporanea esibizione dei "friulani", che hanno intonato vecchie canzoni popolari della loro terra di origine, in ladino e in italiano, per poi unirsi, tutti insieme, in inni e canti tradizionali, con la naturale commozione generale. Di seguito, in serata, rientrati a Costanta, i cori riuniti si sono esibiti in un ricco concerto nella Chiesa di Sant' Antonio, sede del Vicariato Cattolico della città, accolto con calorosi applausi dalla comunità cattolica rumena. Sono stati eseguiti brani di vari autori: Mozart, Liszt, Bach, Stella, Franck, Faurè e altri. Ha diretto il coro, in tutte le varie esibizioni, il M° Stefano Mastriforti, accompagnato all'organo dal M° Alessandro Bianconi. Grande successo, inoltre, hanno riscosso le soliste soprano Alessandra Benedetti e Cinzia Citti. Ora, rientrati a casa, soddisfatti ed entusiasti dell' esperienza, ci restano impressi nella memoria i bei momenti passati con gli " italiani dimenticati".
Dopo l'animazione della Messa ed un breve concerto nella vicina Kogalniceanu, nella chiesa dei Salesiani, che qui dirigono un centro giovanile ed un oratorio e fra i quali abbiamo trovato un "padre" italiano, poliglotta e che ha girato vari continenti, siamo stati ospitati " alla grande" ad un improvvisato buffet da un gruppo di imprenditori italiani, che ci hanno fatto trovare anche diverse bottiglie di buon vino veneto ( quello rumeno, nonostante la gran vastità di vigne, è deboluccio e piuttosto...abboccato!)
Ma l'incontro più toccante è stato senz'altro quello di Domenica mattina , 31 Maggio,
alla parrocchia "italiana" di Greci, un paesino molto a nord, perso in mezzo ad una pianura coltivata intensivamente, quasi senza alberi e rarissime abitazioni. Qui infatti vivono circa cinquemila "italiani dimenticati", discendenti di un migliaio di famiglie friulane, emigrate in Romania alla fine dell' Ottocento. Grazie ad un accordo fra il nostro re Umberto I°ed il re di Romania, a queste famiglie erano stati assegnati cinque ettari di terreno fertile a nucleo, purchè sfruttassero le cave di granito, del quale nella zona erano vasti giacimenti, ed insegnassero, loro che ne avevano esperienza in patria, il mestiere ai residenti rumeni. Le cave di granito da tempo ormai sono esaurite, ma gli emigranti friulani sono rimasti incastrati dagli eventi storici e, quindi, "dimenticati". Gli attuali discendenti parlano ancora italiano, anzi friulano e ladino, hanno la loro chiesetta, costruita tanti anni fa dai loro antenati, quando chiesero ed ottennero dall'Arcivescovado Cattolico di Bucarest e dal Vaticano, un prete cattolico, con annessa scuola, dove si insegna anche l'italiano, gestita dall'attuale parroco, rumeno, don Vincenzo, che è stato per circa cinque anni a Città di Castello, come vice parroco alla Madonna delle Grazie e da tempo rientrato in patria e che, naturalmente, è stato uno dei promotori di questa trasferta del complesso vocale. Dopo La Messa Cantata ed un breve concerto, i cantori sono diventati in parte spettatori di una estemporanea esibizione dei "friulani", che hanno intonato vecchie canzoni popolari della loro terra di origine, in ladino e in italiano, per poi unirsi, tutti insieme, in inni e canti tradizionali, con la naturale commozione generale. Di seguito, in serata, rientrati a Costanta, i cori riuniti si sono esibiti in un ricco concerto nella Chiesa di Sant' Antonio, sede del Vicariato Cattolico della città, accolto con calorosi applausi dalla comunità cattolica rumena. Sono stati eseguiti brani di vari autori: Mozart, Liszt, Bach, Stella, Franck, Faurè e altri. Ha diretto il coro, in tutte le varie esibizioni, il M° Stefano Mastriforti, accompagnato all'organo dal M° Alessandro Bianconi. Grande successo, inoltre, hanno riscosso le soliste soprano Alessandra Benedetti e Cinzia Citti. Ora, rientrati a casa, soddisfatti ed entusiasti dell' esperienza, ci restano impressi nella memoria i bei momenti passati con gli " italiani dimenticati".
2 commenti:
bella esperienza, complimenti!
roberto
bella esperienza, complimenti
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