
Ma la sorte non permise il mio debutto sulle scene: il giorno prima della rappresentazione fui assalito da uno di quei febbroni da cavallo che i bambini hanno spesso e che mia madre chiamava "di crescita". Grande delusione e immediata ricerca di un mio sostituto. La scelta cadde sul piccolo Mario Trombi, che abitava in via della Mattonata. Era più "grande" di me di un anno o due, ma di piccola corporatura e giusto per entrare nel piccolo kimono. L'opera andò in scena ed ebbe grande successo. La foto qui riprodotta ne è l'unico documento che ho trovato, con Mario in prima fila, al mio posto! Dopo tanti anni ho rivisto il piccolo Mario, che ha trascorso quasi tutta la vita all'estero, credo in Svizzera. Ora ci incontriamo spesso al giardino, vicino alla fontana " dell'angioletto", io porto al guinzaglio Roy, il mio cagnetto , lui seduto sulla panchina, mi saluta sorridente. Lo accompagna una "badante".
1 commento:
Che peccato... quella febbre di crescita. In compenso invece di calcare i palcoscenici come baritono, sei diventato un pittore e ti troviamo nelle gallerie!
Mica male!
Fausto
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