22 giugno 2006

A proposito di Duca Luca



Posted by Picasa ( nelle foto, in alto, Zelindo ed in basso Duca Luca)
Sono passati oramai diversi mesi dalla scomparsa del Duca Luca, ma il ricordo di chi l'ha conosciuto ed ha avuto la grande fortuna di essergli amico, non sbiadisce con il passare del tempo. A questo proposito mi è ricapitato fra le mani un articolo che avevo scritto in occasione della sua dipartita e, avendolo trovato tuttora attuale , lo trascrivo per tutti coloro che non lo avessero letto a suo tempo.
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ADDIO AL DUCA LUCA
Sono appena arrivato in piazza di sotto, quando mi vedo venire incontro Strapazzino, con il suo passo strascicato che, con gli occhi lucidi, mi dice :
- Giusto ma te, volèo. M'han dìtto ch'è morto el Duca !
- Guarda che te sbajii, so che, purtroppo, è morto el Zele, Cavalètta. Me l'han ditto ièrsera! Era tanto che 'nn'era piò lu': stèa mèl parecchio !
-Tò anfòrmete mejio, si tò vu', ma alora vòl di' ch'èn morti tòtti do'!
Purtroppo è vero ! Se ne sono andati tutti e due, insieme, come sempre, per tutta la vita! Avevano condiviso avventure, scherzi, mattate, come la distesa del Tevere su un vecchio catamarano, arrangiato alla bell'e meglio dal solito Zele, il re del marchingegno, giù giù, fino a Roma, scortati da un gruppo di canoisti internazionali, sbigottiti e poi rapiti da quella coppia inimitabile! Ed è stato proprio Luca il primo Presidente e animatore del Canoa Club tifernate.
Duca Luca non c'è più; sembra impossibile ! Sembra impossibile che certi personaggi debbano lasciarci, perchè li abbiamo sempre considerati qualcosa che faceva parte integrale della nostra vita, qualcosa che sarebbe rimasta con noi , sempre ! Ma, purtroppo non è così, è ineluttabile e naturale e bisogna pur farsene una ragione. Personalmente ho conosciuto il Duca, come tutti lo chiamavamo, quando ero ancora un fanciullo di poco più di cinque anni, a Seripole, dove io ero sfollato con la mia famiglia durante il passaggio del fronte, nel '43/'44. Pasquale Duca aveva dei terreni in quella zona ed era anche lui sfollato lassù con sua moglie Linda e i figli: Luca, Demo ed i gemelli Dario ed Eliseo. Io li incontravo tutti alla Messa, la domenica, nella piccola chiesetta, dove i Duca avevano la panca di famiglia riservata, con il nome, come usava allora. Luca era rientrato da poco dal fronte, dopo l'8 settembre (era sergente maggiore !)e, come tanti altri, attendeva gli eventi. Ma un giorno, me lo ricordo come fosse accaduto ieri, Adelmo, il capoccia della famiglia dove ero sfollato, tornando dai campi trafelato, disse ai grandi:
- C'è stèto 'nn gran rastrellamento, le màchie èn piene de tedeschi e bilincièni! Giò, a Selva Gròsa hanno aùto mal fijiol de Pasquèle de Duca, ma Luca. L'han portèto via 'nnscièmi ma Pietrìn de Casabianca, ch'han freghèto dopp'al ranco de Trancùlo.-
Fu così che il nostro Duca, per non andare deportato in Germania, fu inquadrato nell' Arbeiten Divisionen, cioè dovette collaborare, disarmato, con l'esercito tedesco, trovandosi, ben presto, nell'inferno di Montecassino. Quando, molti anni dopo, raccontava ciò che aveva visto in quell'occasione, ancora si commuoveva e il suo occhio destro, come gli succedeva spesso, s'inumidiva e lui, con mossa rapida, se l'asciugava col dorso della mano. Naturalmente io lo rincontrai dopo molti anni, quando i quindici anni di differenza d'età non contavano più e da allora nacque tra noi una grande amicizia, alimentata da tantissimi interessi comuni e da una condivisa visione della vita.
Duca Luca è conosciuto da tutti, in città, anche per il suo grande estro artistico. Ma la maggioranza lo ricorda, innanzi tutto, per gli scherzi feroci, le battute salaci ele sue debordanti affabulazioni, i suoi lunghi racconti, infiorati da aneddoti fantasiosi, ma che tutti ascoltavano rapiti, a bocca aperta.In quello che raccontava, però, non era tutta fantasia perchè, in verità, ne aveva combinate di tutti i colori. Ne sanno qualcosa gli anziani del Monte Santa Maria; ancora raccontano di quando, nel dopoguerra, fu vicefattore nelle tenute del Principe e di quello che combinò, specialmente al povero Don Vitòrio. Ma tutti sanno, anche, quanto sia stato vicino a quel sacerdote nella sua vecchiaia. Perchè Luca era una persona veramente buona, di fede. Quando qualcuno lo rimproverava se gli scappèa 'mm mòccolo, lui rispondeva:_ Lu' èl sa ch'el bastimmio perchè 'l credo !-
Poi vengono in mente tutte le cose fatte insieme: le prime sfilate in costume per la Festa della nostra Mattonata, negli anni '60, l'ormai famosa Calèta dei Mongoli, che spiazzò tutti in un indimenticabile corso mascherato. Le mostre estemporanee di pittura, a Spello, Foligno, Santa Maria degli Angeli, Assisi, Castiglion Fibocchi, Norcia ecc., quando si partiva tutti insieme, con Albi Bachini, Gabrielli, Perugini, Araf, Caruso, Lello Bruscoli e tanti altri e dove, immancabile, arrivava la sceneggiata del Duca Luca, che attirava, naturalmente, l'attenzione degli altri pittori e degli astanti che, non conoscendolo, rimanevano incantati.
Ma raccontare gli aneddoti, le battutee e gli scherzi del Duca riempirebbe qualche volume e non è questa la sede adatta. Ma lo voglio però ricordare come un grande artista, perchè lui vedeva le sue sculture gia nei tronchi contorti che lavorava: - Vedi, téstaè 'nna dòna serpente, 'nn la vedi? Basta tiràlla fòri!- E dopo molto lavoro di scalpello, infatti, la donna serpente veniva fuori. Unico lavoro che abbiamo fatto insieme è il pannello in ceramica che ora campeggia alla Piazzola delle Oche. Rappresenta San Florido che ricostruisce Tiferno, che compendia il pensiero del Duca: la Fede e la sua Città. Già, perchè lui ha sempre avuto un rapporto particolare con Castello e San Florido, di cui era particolarmente devoto, tanto da avere una peculiare confidenza con i successori del Santo, da Mons. Pafani all'attuale Vescovo Mons. Ronchi che, non per caso, era presente alle sue esequie, privatamente, confuso tra i numerosi concittadini che affollavano la Cattedrale, accorsi per dare l'ultimo saluto ad un uomo indimenticabile.
Addio Duca Luca, contadino scelto e scultore. Con te se ne andata una parte di noi e di Città di Castello.

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