30 maggio 2006


PORTA SANTA MARIA

Porta Santa Maria è la "porta romana"di Città di Castello. Delle quattro principali che si aprivano lungo le mura urbiche è l'unica rimasta. Purtroppo, dopo i danni dell'ultima guerra mondiale, si presenta con l'arco rifatto ed allargato. In effetti era stata minata dalle truppe tedesche in ritirata, ma l'esplosione, come è possibile controllare nelle foto scattate dagli Alleati al loro ingresso in città, aveva provocato danni praticamente ristretti al crollo della casermetta dei doganieri, lasciando l'arco intatto con tanto di portone, tranquillo sui suoi cardini vetusti. Eventualmente qualcuno ha voluto approfittare dell'occasione per allargare il varco per facilitare il traffico veicolare. A dimostrazione che per i " guastatori "non c'è ne periodo o provenienza geografica che conti. Quanta Storia è comunque passata sotto quell'arco di mattoni.
Tutti i vescovi che si sono susseguiti in città sono passati da qui ed hanno rivestito gli abiti pontificali nella chiesa di Santa Maria Maggiore, Senza contare tutti i nobili forestieri, ospiti della città amica, o personaggi, diciamo, meno graditi: Braccio Fortebracci da Montone, il Cardinale Giuliano della Rovere (il futuro Papa Giulio II) o il Duca Valentino ( Cesare Borgia ) che vi hanno fatto il loro ingresso da conquistatori.
Ma bisogna ricordare anche gli amici, come illustri cardinali e nobili condottieri, ospiti dei Vitelli o, più tardi, anche dei Bufalini: i vari Duchi di Urbino o i membri della famiglia Medici. Fra questi, anche il Papa Clemente VII, quando arrivò da Roma, nel novembre 1532, fu ricevuto qui dai notabili e dal popolo tutto, in festa per quella straordinaria occasione. Ospite dei Vitelli, pernottò nella loro nuova magione a Porta Sant'Egidio e, dopo aver visitato la Cattedrale, oramai quasi completamente ristrutturata nello stile riascimentale, ripartì per Bologna per incontrarsi con l'Imperatore Carlo V.
Tante sono comunque le storie che questa grandiosa porta potrebbe raccontarci, considerando che è quella volta verso Roma, capitale dello Stato della Chiesa, di cui la nostra città era zona di confine. A fianco, a sua difesa, il Comune aveva eretto una rocca, detta, appunto, di Porta Santa Maria. Dopo la capitolazione della città all'assedio posto nel 1474 dal Cardinale della Rovere e la cacciata di Niccolò Vitelli, Papa Sisto IVne fece costruire una più grandiosa e con maggiori fortificazioni. Ma quando, nel 1482, con l'aiuto dei Fiorentini, Niccolò rietrò da vincitore in città, espugnata la rocca, per vendetta, la fece smantellare e ne utilizzò le pietre ed i mattoni per far edificare la chiesa di Santa Maria Maggiore, che era nella sua parrocchia.
Come le altre tre porte principali, anche Porta Santa Maria dava il nome al quartiere cittadino dove si apriva.

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