22 dicembre 2007

FRANCESCO GRILLI E LA SUA CITTA'










































Per le Edizioni Petruzzi sono usciti in questi giorni due volumetti veramente fuori dall'ordinario, ambedue ad opera di Francesco Grilli. Fuori dall'ordinario perché conoscevamo già Grilli per altri suoi scritti e sapevamo la sua passione per il ricordo costante di una Castello che non c'è più e della sua maestria nel trascrivere il nostro dialetto, ma questa volta mi è sembrato molto più intrigante nel pizzicare le corde del sentimento, dei ricordi più cari e del grande attaccamento alla propria tradizione familiare, intrisa di particolari personaggi, ormai scomparsi, ricordati tutti con gli immancabili soprannomi. Per chi, come me, è cresciuto immerso in quel mondo speciale che era la Mattonata del dopoguerra leggere quelle pagine è stato come un tuffo nel passato e dei ricordi che ora sembrano particolarmente sereni, forse perché appartengono alla nostra fanciullezza. Un altro merito di Grilli è senz'altro la scelta delle copertine , avendo usato opere di due dei pittori fra i più rappresentativi, anche se per visioni diverse, del raccontare la vita della città più intima e più vera: una caratteristica "china" di Benito Albi Bachini e una Piazzola delle Oche, un inconfondibile olio di Alessandro Vinci. Nel " il ciccicocco è finito" l'autore dimostra ancora una volta, se ce ne fosse bisogno, tutta la sua padronanza del "castelèno" più schietto, quello parlato nei vicoli prima della contaminazione televisiva. Su questo tema resterà sempre una pietra miliare quella sua trasposizione del PINOCCHIO di Collodi nel nostro dialetto, edito qualche anno fa (con mie illustrazioni!) e che ancora viene letto nelle scuole cittadine per merito di insegnanti intelligenti, che , per fortuna, hanno capito che il dialetto è un valore che non può essere sopito. " Io sono un tifernate in purezza, anche se non ci ho guadagnato niente. Anzi...." scrive Grilli. Non è vero, Francesco, ci hai guadagnato tanto: la nostra più sincera gratitudine .

16 dicembre 2007

Un premio di qurantacinque anni fa'

Fra tutte le cose ammucchiate negli anni, l'altro giorno mi è ricapitata fra le mani questa vecchia pergamena che attesta che in un giorno di primavera del 1963, il 21 Aprile, per la precisione, mi venne riconosciuto il Primo Premio ( cinquantamila lire di allora!) all'estemporanea di pittura, denominato " 1° Premio Porziuncola", organizzato dalla Pro Loco di Santa Maria degli Angeli . Avevo 25 anni e non vi sto a raccontare la felicità per quel riconoscimento, anche perchè a tali manifestazioni, quali erano le mostre estemporanee, partecipavano i migliori pittori, spesso a carattere nazionale. Tanto per fare un esempio, da Castello partivamo in una decina, fra i quali Novello Bruscoli, Araf, Perugini, Albi Bachini, Duca Luca, Mario Gabrielli, Bruno Bambini, Carlo Morini, Basso Caruso e altri che ora mi sfuggono. Era comunque sempre una grande festa e serviva a conoscerci anche con i pittori di altre città e a stringere grandi amicizie. Sono passati tanti anni, ma ancora mi ricordo di tanti di loro, che poi ho ritrovato spesso ad esporre, ormai sulla cresta dell'onda e della fama, alla Galleria del Pozzo. La soddisfazione comunque quella volta fu tanta e grande fu la festa organizzatami sul posto dagli amici castellani. Il Duca Luca mi dedicò una filetta di centri al tiro a segno! Il premio, naturalmente, finì prima del rientro a casa, in un ristorante, con ricca mangiata e....bevuta, tutti insieme. Ci volle la giunta, anche a quei tempi!